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Bali

Questo è il secondo anno di fila in cui non ho fatto nessun viaggio all’estero a causa della pandemia, anche se le cose sembrano a tratti in miglioramento credo che serva ancora un po’ di pazienza prima di intraprendere viaggi così lunghi. Se penso ad un posto in cui ho lasciato un grosso pezzo di cuore beh quello è Bali e spesso ritorno con la mente nei posti visitati in passato. Sono passati già 3 anni dal nostro viaggio a Bali, ma devo confessare che ho amato ogni cosa, la vista che si perde all’infinito nelle risaie, la tipica casa balinese, la spiegazione della colorazione dei tessuti con la tecnica Batik, gli spettacoli tradizionali, i templi, le sessioni di yoga e le spiagge dell’isola Gili Air.

Come dicevo ho amato tutto di questo viaggio, forse la cosa che più amato è l’accoglienza ricevuta ed i sorrisi. Pertanto è davvero difficile fare una selezione del nostro viaggio di 10 giorni ma le cose che più ho amato e che consiglio di non perdere sono:

  • Ubud: forse è la parte più autentica di Bali, quella che cerca di resistere alle influenze della cultura occidentale. È stata la nostra base di partenza per visitare le meravigliose Risaie a terrazze di Tegallalang ed i templi. E abbiamo soggiornato in un B&B gestito da una famiglia balinese, qui non so davvero se ho amato di più i sorrisi di questa famiglia, la loro accoglienza, la casa che era davvero un incanto o le loro colazioni tradizionali;
  • Templi: è difficile selezionarli, io li ho amati tutti, ma se proprio devo scegliere i tre preferiti e da non perdere sono:
    • Pura Besakih: sicuramente non lo si può perdere, sembrano le porte del paradiso. Hai presente la canzone dei Door knocking on heavens door?! Ecco è lui.
    • Pura Luhur Ulu Watu: tempio a picco sul mare, eretto in onore degli spiriti del mare. Molto suggestivo.
    • Pura Ulun Danu Bratan: completamente circondato dal lago Bratan e dalle montagne come contorno. È dedicato alla dea delle acque Dewi Danu.
  • Gili air: possiamo definirlo un paradiso. Uno di quei fantastici posti magici in cui si cammina a piedi, non esistono macchine ma solo carretti trainati da animali. Hai presente quelle scene epiche in cui carichi le tue valigie su un carretto e ti si stringe il cuore per quel povero animale che deve trainare te e le tue valigie. Ecco proprio quello! Ho visto dei tramonti fantastici e fatto alcune sessioni di yoga mentre le zanzare facevano festa sul mio corpo.

Se devo proprio trovare qualcosa che non ho amato a Bali sono le scimmie e Semyniak. Le scimmie perché le ho viste litigare per le noccioline che il monaco che ci accompagnava distribuiva e ci hanno bloccato il passaggio, ecco diciamo che una scimmia incazzata e che ti salta sulla schiena non è proprio il massimo del divertimento. E Semyniak perchè è ormai molto occidentalizzata, e se vado a Bali io voglio scoprire la cultura del luogo e forse la parte che tenta ancora di resistere è Ubud.

Abbiamo sperimentato la cucina del luogo, siamo stati in un mercato tipico e mi sono letteralmente innamorata del dragon fruit e siamo stati in una piantagione di Kopi Luwak ovvero il caffè più caro al mondo. E devo confessare che a dispetto del modo in cui si genera questo caffè era buono. Ovviamente ho adorato il piatto tipico Nasi Goreng ovvero riso saltato con servito con pollo, uova e verdura.

Ma la cosa che più ho amato di questo viaggio è che mi sono completamente resettata, è stata come ricominciare da me ed in maniera slow.

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